L'isola Tiberina (sì, lo so, non è insolita)
Insula Tiberina, l'isola Tiberina, è un'isola di formazione alluvionale, collegata alle due rive del Tevere dal ponte Cestio e dal ponte Fabricio, vicina al teatro Marcello. I Romani credono si sia formata nel 243 A.U.C. dai covoni di grano del re Tarquinio il Superbo al momento della sua cacciata.
L'isola è al centro di un curioso aneddoto.. Secondo la leggenda nel 460 A.U.C. scoppiò una grave epidemia a Roma, che spinse il Senato a decidere di costruire un edificio alla divinità della medicina greca Asclepio, che assunse il nome latino di Esculapio. Dopo aver consultato i Libri Sibillini ed aver trovato una risposta favorevole, una delegazione di saggi romani venne inviata ad Epidauro, in Grecia, in cui era presente un santuario molto famoso dedicato appunto ad Asclepio, al fine di poter ottenere una statua del dio da portare a Roma. Secondo la leggenda durante i riti propiziatori un grosso serpente (un colubro, animale attribuito alla divinità) uscì dal santuario andandosi a nascondere all'interno della nave romana. Certi che questo fosse un segno da parte della divinità i romani si affrettarono a tornare nella loro città, dove ancora imperversava l'epidemia. Giunti sul Tevere, mentre stavano per rientrare a Roma, accadde che nei pressi dell'isola Tiberina il serpente uscì dalla nave e si nascose sull'isolotto, sparendo dalla vista dei dotti, indicando così il luogo dove sarebbe dovuto sorgere l'edificio. I lavori iniziarono subito, e il tempio venne inaugurato nel 464 A.U.C.: da lì a breve l'epidemia ebbe fine.
Oltre al
tempio di Esculapio, a cui è collegata una fonte, l'isola accoglie numerosissimi templi, tutti nella zona settentrionale dell'isola, opposti quindi al tempio della divinità medica: il tempio esastilo prostilo di
Fauno, il tempio di
Veiove, un sacello per
Giove garante dei giuramenti, un altare dedicato al dio
Semo Sancus, anch'egli protettore dei giuramenti, nonché numerosi piccoli santuari legati soprattutto a
Tiberino, Gaia e Bellona Insulensis.
L'isola ha la
forma di una nave in peperino rivestito di travertino con decorazioni raffiguranti Esculapio con il suo serpente e una testa di toro, utili per gli ormeggi. Al centro svetta un
obelisco che raffigura un albero maestro simbolico, mentre lungo il
vicus censorius, la via in opera quadrata che taglia l'isola e collega i due ponti, corre un
lungo portico per l'accoglienza dei pellegrini e soprattutto dei malati.
Questi ultimi sono in attesa della guarigione miracolosa da parte del dio e sono soprattutto schiavi: un editto di Augusto comunque li rende liberi se guariscono in queste circostanze.