DOMUS, INSULAE E VILLAE

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pangocciole
CAT_IMG Posted on 10/4/2014, 12:39 by: pangocciole     +1   -1




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Il termine latino usato dagli antichi scrittori per designare i fabbricati costruiti al di fuori delle città era villa: per i Romani, infatti, erano villae sia le fattorie destinate alla sola produzione agricola, da esse denominate rusticae, sia le lussuose residenze pensate per il riposo ed il tempo libero, le cosiddette ville d'otium.

Tra questi due estremi vi erano naturalmente soluzioni intermedie: esistevano infatti sia ville produttive adeguatamente attrezzate anche per il soggiorno temporaneo sia ville di lusso comprendenti settori ideati per colture talvolta a carattere fortemente specializzato. Con il progressivo diffondersi presso le classi dirigenti italico-romane di raffinate abitudini di vita di origine greco-orientale si sviluppò inoltre, già a partire dal II secolo a.C., la consuetudine di edificare nell'ambito stesso delle città o nelle loro immediate vicinanze prestigiose ville: queste ultime dette urbanae, erano per lo più circondate da vasti giardini e godevano di una privilegiata posizione panoramica. Nella villa rustica vi erano due corti (cortes), una interna, l'altra esterna, e in ciascuna una vasca (piscina); la vasca della corte interna serviva per abbeverare gli animali, l'altra, per alcune operazioni agricole come macerar cuoio, lupini, ecc. Attorno alla prima delle due corti sorgevano le costruzioni in muratura e formavano, tutte insieme, la villa rustica in senso piùristretto: cioè, la parte della fattoria dove abitavano i servi. Ne era il centro una spaziosa cucina (culina): giacché nella fattoria la cucina non è, come in città, la stanza in cui i cuochi attendono alla loro arte, ma luogo di riunione e di lavoro. Vicino alla cucina, in modo da poter usufruire del suo calore, erano le stanze da bagno per i servi, la cantina, le stalle dei buoi (bulina) e dei cavalli (equilia); se vi era posto, anche il pollaio, ciò per la credenza che il fumo fosse salutare al pollame.
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Lontani dalla cucina e possibilmente rivolti verso nord erano, invece, quegli ambienti che, per la loro destinazione, richiedevano un luogo asciutto, come i granai (granaria), i seccatoi (horrea), le stanze in cui veniva conservata la frutta (oporothecae). I magazzini più esposti al pericolo dell'incendio potevano anche costituire un edificio (villa fructuaria) completamente separato dalla villa rustica. Adiacente alla villa rustica vi era l'aia; lì vicino sorgevano alcuni capannoni, come la rimessa dei carri agricoli (plaustra) o il nubiliarum, un luogo in cui riporre provvisoriamente il grano in caso di improvviso acquazzone.
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E' incerto dove abitassero i servi: sappiamo, però, che vi erano le stanze da letto (cellae familiares), l'ergastulum, una specie di prigione in cui gli schiavi che scontavano una mancanza attendevano ai lavori più duri, e il valetudinarium per gli schiavi ammalati. Mancando la villa urbana, le stanze migliori venivano riservate al padrone.
La villa urbana veniva costruita in un luogo da cui si godesse ampiamente la vista della campagna o del mare; costruzione di puro lusso, non avendo come la fattoria uno scopo pratico né una funzione necessaria , questa villa nella complicazione e nella ricchezza dei suoi ambienti rispecchiava i gusti e attestava i mezzi di chi l'aveva edificata. Vi erano delle ville alle quali non era annessa una tenuta, ma sorgevano in limitate aree di terreno, in mezzo a boschetti, parchi e giardini; queste ville, che nei testi sono indicate anche col nome di praetoria, nell'età imperiale divennero numerosissime; se ne
vedono i ruderi in Italia, in Francia, in Svizzera, nella Germania sud-occidentale, in Inghilterra, nell' Africa settentrionale. Lo spirito pratico dei Romani, buoni apprezzatori delle comodità della vita, fece giungere la villa romana dovunque erano penetrate le loro armi e la loro civiltà; ville grandi e comode, ben areate d'estate, ben riscaldate d'inverno. Queste ville presentavano i tipi più diversi.
Gli scrittori antichi rilevano come caratteristica della villa urbana che in essa dal vestibolo si entra direttamente in un peristilio, e non, come nelle case di città, nell'atrio.

Le parti più importanti della villa erano le seguenti:
• Triclini: ve n'erano per l'estate e per l'inverno, per grandi e piccoli ricevimenti; da grandi finestre lo sguardo dei commensali spaziava sul paesaggio circostante.
• Cubicula: non solo quelli destinati al sonno della notte, ma anche i cubicula diurna, per riposare durante il giorno o studiare; davanti al cubiculum poteva esservi un'anticamera.
• Stanze da studio: come la bibliotheca o la zotheca con quest'ultimo nome si intendeva un cubiculum adatto a salottino.
• Bagno: costruito come le grandi thermae pubbliche, ne aveva tutti gli ambienti essenziali:apodyterium, caldarium, tepidarium, frigidarium, cioè: spogliatoio, stanza per il bagno caldo, stanza d'aspetto e stanza per il bagno freddo; e inoltre la piscina per nuotare all'aperto
e un area per far la ginnastica dopo il bagno (gymnasium sphaeristerium).
• Porticati: sorgevano un po' dappertutto, sostenuti da lunghe file di colonne, servivano per passeggiare al coperto se il tempo era cattivo (ambulationes) o, più larghi e lunghi, potevano essere percorsi a cavallo o in lettiga (gestationes)

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Virtual tour e video di una villa rustica
www.villa-rustica.de/tour/3d/index2e.html

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Edited by pangocciole - 22/4/2014, 18:01
 
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